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Chi era Elisa Ferrero?

Elisa un futuro pediatra che onorava la ricerca a salvaguardia dei bambini

La Dssa Elisa Ferrero è morta a luglio 2017, a 27 anni, a Condove in Val di Susa (Piemonte), investita da un furgone che ha travolto la moto su cui si trovava a rientro da un giro in montagna con il fidanzato
Elisa si laureò a Luglio 2016 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino con una tesi che includeva oltre 700 pazienti con Apparent Life-Threatening Event (ALTE), da due anni operava presso il Centro per la Medicina del Sonno e della SIDS dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.
Nonostante la sua giovane età, grazie ad un costante impegno e ad una grande passione per il suo lavoro furono diversi gli impegni e i risultati da lei raggiunti tra cui:
– partecipò alla stesura delle comunicazioni orali “SUID and Rotavirus”, “SIDS and Altitude”, “ALTE and imunization”, presentati al Congresso internazionale su Stillbirth, SIDS e Baby Survival (Montevideo, Uruguay, agosto 2016).
– fu coautrice dell’articolo: “Hypotonic-hyporesponsive episodes after administration of hexavalent DTP-based combination vaccine: A description of 12 cases.”, pubblicato sulla rivista Human Vaccines & Immunotherapeutics a Febbraio 2017.
– presentò “Polysomnography findings in thirteen children with Beckwith-Wiedemann Syndrome” al Congresso della Società Svizzera della Medicina del sonno (Lugano, maggio 2017)
Il suo impegno nella ricerca scientifica tuttavia non termina qui: a giugno 2017, sotto la guida del Dottor Vigo e della Dottoressa Noce e con l’aiuto del Professor Bruni dell’Università “La Sapienza” di Roma, aveva iniziato ad abbozzare un articolo sui comportamenti preoccupanti che potevano assumere i lattanti nel sonno, indagando quei fenomeni che più spaventavano i genitori (al punto da indurli ad attivare il Servizio di Emergenza) e valutando se fossero correlati ad un effettivo rischio di eventi fatali.
Nonostante la sua prematura scomparsa, il suo lavoro non è stato mai interrotto!
Infatti i coautori hanno portato avanti la ricerca, cercando di “rendere semplici dei concetti difficili”: “dai risultati si evince che i bambini che avevano effettivamente vissuto una situazione pericolosa per la loro vita erano stati sottoposti a condizioni di sonno non sicure“.
Il lavoro prende il titolo
“Sleep-related risk and worrying behaviours: a retrospective review of a tertiary centre’s experience”pubblicato il 4 Settembre 2019 su European Journal of Pediatrics .
La presentazione da parte dei coautori è avvenuta a Torino durante il Congresso Internazionale del 27-28 settembre 2019 organizzato dall’associazione.

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